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Channel: Portogallo – Il Giramondo
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Il trionfo della natura a São Miguel

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Non so perché ma le Azzorre mi attraevano da sempre. Sarà perché son lì disperse in mezzo all’Atlantico, o perché pur essendo europee non ne parla mai nessuno… oppure perché legate all’omonimo anticiclone? Sta di fatto che da anni sognavo di visitarle e finalmente quest’anno ci siamo decisi. A fine marzo è partita l’organizzazione del viaggio, anche se già nei mesi precedenti mi ero fatta una cultura navigando in internet!
In realtà ci siamo dedicati ad una sola isola, un po’ perché ci piace visitare le isole a fondo, un po’ perché con solo 10 giorni a disposizione non volevamo finire a passare metà del tempo negli aeroporti o sugli aerei (già all’andata e al ritorno lo scalo a Lisbona era inevitabile). Abbiamo scelto São Miguel che è l’isola più grande dell’arcipelago (che conta 9 isole abitate) e a detta di molti anche una delle più belle, sebbene quella più “vicina” all’Europa e meno selvaggia.
Sono partita con tante aspettative e anche un po’ di timore che potessero rimanere deluse… e invece sono tornata entusiasta. Ma è importante precisare più cose:
A CHI CONSIGLIO LE AZZORRE: sognate mare tiepido e cristallino, spiagge bianche, cielo terso e sole bollente sulla pelle? Volete una vacanza balneare? Dimenticate allora le Azzorre. Lì non ci si va per una vacanza balneare, assolutamente no. Lì sì va per godersi la natura e i colori: il verde dei prati e delle foreste, il blu dell’oceano, l’azzurro e il viola delle ortensie che crescono in ogni dove, il grigio delle fumarole. Girando per São Miguel ho spesso avuto la percezione che la Terra sia viva e ci osservi. Quindi se desiderate una vacanza naturalistica, fare qualche trekking e magari anche whale watching, São Miguel e le Azzorre fanno al caso vostro.
CLIMA e METEO: le Azzorre sono soggette ad una forte variabilità: la mattina ti svegli col cielo terso e qualche ora dopo pioviggina; oppure ti svegli con cielo coperto e il pomeriggio ti bruci sotto il sole. Insomma i cambiamenti del tempo sono repentini e anche a distanza di pochi km le cose possono variare notevolmente. Le isole più occidentali (Flores e Corvo) sono quelle più piovose, mentre São Miguel e Santa Maria sono le meno piovose: malgrado ciò la pioggia è venuta spesso a trovarci, ma sempre sotto forma di pioviggini di breve durata. D’altronde una vegetazione così rigogliosa la si paga! La temperatura, invece, subisce poche oscillazioni e di giorno difficilmente si è scesi sotto i 20°C o si è saliti sopra i 24°C; la sera faceva un po’più freschino, ma nulla che non fosse superabile con un coprispalle o un maglioncino di cotone (molto dipende anche dalla presenza o meno del vento). In ogni caso è molto umido, quindi il fatto che la temperatura non salga mai troppo è solo cosa buona. Se avete in programma qualche escursione in quota, non dimenticate né la crema protettiva per il sole, né un k-way o una felpa!
Ed ora un po’ di info organizzative…
VOLI: dall’Italia non ci sono voli diretti (mentre ce ne sono, oltre che dal Portogallo ovviamente, da molti altri stati europei quali Germania, Inghilterra…) ma è immaginabile, non è una meta molto ambita, o perlomeno molto nota, qui in Italia. Difatti di Italiani ne abbiamo visti pochissimi, mentre São Miguel pullula di Tedeschi, Inglesi e Scandinavi. Le Azzorre sono collegate con il continente dalla TAP (compagnia di bandiera portoghese) e dalla SATA, compagnia azzorriana, che si occupa anche dei voli di collegamento tra le isole. Noi abbiamo acquistato tutti i nostri voli sul sito della Tap, anche se il volo interno da Lisbona a Ponta Delgada, e il ritorno, erano operati da Sata.
ALLOGGIO E SPOSTAMENTI: a Ponta Delgada, la principale città di São Miguel, gli hotel non mancano. Noi però abbiamo preferito una soluzione più bucolica e abbiamo prenotato una casetta di legno nella zona occidentale, precisamente a Ginetes: anche di questo genere di alloggi ce ne sono parecchi, con prezzi molto variabili. Consiglio però di muoversi per tempo, a inizio aprile molti posti erano già prenotati per tutta l’estate! Per gli spostamenti interni, invece, consigliato il noleggio di un auto. C’è anche una buona rete di autobus, ma non arrivano dappertutto e, ovviamente, non concedono totale libertà. Noi abbiamo prenotato con AVIS, essendo essa affiliata con Tap e avendo quindi i prezzi migliori tra quelli che avevamo valutato. Una precisazione: AVIS ed Europcar si appoggiano ad un noleggiatore locale, Ilha Verde, infatti in aeroporto hanno un unico ufficio. Le strade sono ben tenute ma talvolta un po’ strette; addirittura in alcune tratte c’è una specie di superstrada che stanno anche prolungando ( a causa dei lavori di prolungamento spesso, purtroppo, ci siamo imbattuti in camion che trasportavano materiale e andavano lentissimi!). Anche a Ponta Delgada non abbiamo mai avuto problemi di parcheggio, tra l’altro proprio sul lungo mare c’è un grosso parcheggio interrato a costi decisamente ragionevoli (nell’ordine di 50 cent all’ora).
CIBO: mangiare nei bar è veramente economico: non abbiamo mai speso più di 7 euro in 2 per due bibite, due panini, patatine o dolcetto e caffè… altri prezzi rispetto a quelli a cui siamo abituati qui! Soprattutto sulle bevande si risparmia molto. I ristoranti sono ovviamente più cari dei bar ma comunque a buon mercato. Noi siamo stati in un ristorante anomalo per essere nella patria del baccalà: un ristorante vegetariano, vicino al centro di Ponta Delgada! Avevamo trovato il suo nome, Rotas, su una rivista che ne parlava bene e poiché io non amo carne né pesce ci siamo andati: piatti ottimi e abbondanti. In ogni caso a Ponta Delgada avrete solo l’imbarazzo della scelta, mentre nei paesini di ristoranti non è che ne abbia visti molti.
WHALE WATCHING: a Ponta Delgada e a Vila Franca do Campo vi sono diversi centri che organizzano whale watching, bagno coi delfini e attività similari. Per il whale watching i prezzi ruotano tra i 40 e i 50 euro per tre ore, non poco, ma diciamo che la visione di balene o delfini è quasi assicurata, dal tanto che a noi avevano promesso di restituire i soldi se non avessimo avvistato nulla. Noi ci siamo affidati a Futurismo, che ha la sede principale presso la vecchia marina di Ponta Delgada, ma anche diversi chioschi sparsi qua e là, tra cui uno sul lungo mare. Consiglio di informarsi nei primi giorni di vacanza, perché le escursioni non vengono effettuate tutti i giorni e le barche potrebbero anche essere già piene. A São Miguel non ho mai visto il mare eccessivamente agitato in quegli 8 giorni, mi hanno riportato invece che in altre isole quali Pico o Faial spesso le uscite sono sospese a causa del mare mosso.

29 giugno: Milano-Lisbona-São Miguel
I voli sono stati in orario e le quasi 10 ore di viaggio (comprensive dello scalo a Lisbona) son passate tutto sommato rapidamente. Avendo già fatto scalo a Lisbona l’anno scorso sapevamo come muoverci nell’aeroporto. Ritirata l’auto, una Fiesta diesel con (accidenti) più di 80000 km ci siamo diretti verso Ginetes alla ricerca del nostro alloggio. Non so se era solo per la gioia di essere alle Azzorre, ma il colore del cielo al crepuscolo mi sembrava particolare e diverso dal solito. La strada era costeggiata da cespugli di ortensie in fiore. I km tra l’aeroporto e Ginetes son una trentina, ma essendo la strada un po’ tortuosa ci vogliono quaranta minuti o poco meno. La casa che avevamo affittato era un prefabbricato di legno molto grazioso, circondato dal verde, di proprietà di una Tedesca che vive da anni a São Miguel con la famiglia: la sua casa era poco distante dalla nostra. Dalla veranda si vedeva l’oceano.

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30 giugno: costa nord-occidentale e Ponta Delgada
Dopo una economicissima colazione all’(unico) bar del paese siamo partiti alla conquista dell’isola, con l’intento, per il primo giorno, di stare nei dintorni. Dapprima abbiamo raggiunto la spiaggia di Ferrarias, dove le acque termali si buttano direttamente nell’oceano: così, in una sorta di piscina naturale, la temperatura dell’acqua viaggia dai 18°C, quando c’è alta marea, ai 28°C, quando c’è bassa marea. Intorno, tutte rocce nere e rosse, si capisce chiaramente che siamo su un’isola vulcanica. C’è anche una vera e propria piscina all’aperto con acqua termale.

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Senza fare il bagno (ma promettendoci di ritornare) abbiamo proseguito per Mosteiros, villaggio di pescatori sulla punta nord-occidentale, noto per i suoi faraglioni e per le sue piscine naturali.
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Abbiamo poi costeggiato tutta la costa settentrionale, facendo di tanto in tanto delle soste panoramiche. Subito ci si rende conto di quanto São Miguel sia verde. Ovunque, le ortensie: azzurre in prevalenza, ma anche bianche, rosa, viola. A bordo strada e nei giardini. Me ne sono subito perdutamente innamorata.
Arrivati a Capelas, abbiamo poi deviato verso sud per raggiungere Ponta Delgada, dove, tra l’altro, passeggiando sul lungomare, abbiamo raccolto un po’ di informazioni sul Whale Whatcing.

1 luglio: Lagoa do Fogo, Caldera Velha, fabbrica del the e Gruta do Carvao
Come già detto, São Miguel è un’isola vulcanica ed è tempestata di laghi e laghetti di origine vulcanica. Uno di questi, tra i più belli peraltro, è il Lagoa do Fogo. Superate Ponta Delgada e Lagoa, una deviazione porta verso il lago, salendo lungo un susseguirsi di tornanti, in mezzo a prati verdi con le solite mucche al pascolo: sembra quasi di essere in Svizzera, se non fosse che si intravede l’oceano. La vista sul lago era meravigliosa, senza edifici a perdita d’occhio, con solo il rumore della natura in sottofondo. Un sentiero conduce alle rive del lago, ma noi non l’abbiamo fatto, dicendoci che ci saremmo magari tornati un altro giorno (ma non l’abbiamo fatto e me ne sono tanto pentita!).

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Proseguendo, si raggiunge la zona della Caldera Velha: lasciata la macchina lungo la strada, abbiamo intrapreso un sentiero tranquillo completamente immerso nella foresta e abbiamo dapprima raggiunto una specie di geyser (bello, ma che odoraccio!) e poco più avanti una cascatella che crea una specie di piscina naturale, dove la gente può fare il bagno. In tempo zero mi son tuffata anche io: l’acqua era calda, essendo di origine termale. Tenere presente che ci sono delle cabine, dove è possibile quindi, volendo, cambiarsi o mettersi il costume.
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A São Miguel sorge anche l’unica piantagione di the europea e vi sono anche due fabbriche di the: noi siamo andati a quella di Gorreana, dove è possibile entrare, vedere i macchinari e gli operai al lavoro, degustare the freddo e the caldo e, infine, acquistarlo! Io ne ho prese diverse confezioni (che ovviamente costano meno lì, in fabbrica, rispetto a negozi e supermercati). La fabbrica è decisamente ben visibile dalla strada principale che conduce verso Nordeste, guardando sulla sinistra vedrete la scritta Cha Gorreana (“cha” è la traduzione portoghese di the).
Tornando, ci siamo fermati presso un miraduro (punto panoramico) dalla vista stupenda: il miraduro di Santa Iria.
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Essendo ancora presto, abbiamo poi raggiunto la Gruta do Carvao, che si trova a Ponta Delgada lungo l’autostrada, in una stradina sterrata che passa abbastanza inosservata (per fortuna la presenza della grotta è ben segnalata dai cartelli): l’ingresso costa 4 euro a testa e vi è una visita ogni ora, con guida che parla Portoghese o Inglese. Consigliabile portarsi qualcosa per coprirsi, perché ovviamente nella grotta fa fresco!

2 luglio: Vista do Rei, Sete Cidades e Ferrarias
Cercando in internet São Miguel o le Azzorre in generale, una delle prime immagini che vi apparirà sarà quella di due laghetti di colore leggermente diverso e contornati da tanto verde (e magari anche dalle ortensie): quello è il miraduro di Vista do Rei, uno dei più famosi e belli dell’isola. Da Ginetes in auto Vista do rei si raggiunge abbastanza rapidamente. Complice la giornata soleggiata, la vista che ci si è posta davanti era davvero meravigliosa: migliore di qualsiasi foto vista! I due laghi, il lago Azul e il lago Verde sembrano davvero essere di due colori diversi (anche se il lago Azul, più che azzurro, sembra blu scuro).

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Da Vista do Rei parte un sentiero, uno dei tanti sentieri battuti e ben indicati che si trovano sull’isola, che compie parte del perimetro dei laghi fino ad arrivare alla cittadina di Sete Cidades, sulle sponde del lago Azul. Noi abbiamo percorso buona parte del sentiero ma senza arrivare a Sete Cidades, visto che ci saremmo andati poi in auto… però ci siamo goduti un ottimo panorama in mezzo alla natura.
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Da segnalare che durante la camminata (che è in buona parte pianeggiante e adatta a tutti) abbiamo incontrato un gruppo di Italiani, gli unici che abbiamo visto in tutta la permanenza sull’isola.
Tornati indietro, abbiamo quindi raggiunto Sete Cidades, non prima di fermarci ad osservare un altro lago vulcanico, talmente immerso nella foresta da sembrare quasi mimetizzarsi: il lago di Santiago.
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La zona di Sete Cidades sarà nota tra gli amanti dei rally, visto che si svolge qui, tutti gli anni, il Sata rally delle Azzorre.
Poichè presto, abbiamo poi deciso di farci un bagno a Ferrarias, che essendo sabato era abbastanza affollata di ragazzi locali. Mi sa che siamo capitati nel momento di alta marea, perché dell’acqua calda termale non c’era neanche l’ombra: era freddissima!

3 luglio: Whale watching e lagoa do Congro ed Lombadas
Alle ore 9.30 avevamo appuntamento alla vecchia marina di Ponta Delgada per la mezza giornata di whale watching. Dopo informazioni e raccomandazioni varie, si parte, spiegandoci appunto che in caso di mancata visione dei cetacei saremmo stati risarciti o avremmo avuto possibilità di fare un’altra uscita. Il cielo era molto nuvoloso, ma ciò non era un male, essendo noi all’aperto. Certo l’aria era fredda e fastidiosa, fortuna che ci eravamo portati il k-way. L’attesa non è durata a lungo: arrivati un po’ a largo, ecco avvistate le prime balene. E’ stato molto emozionante, ma non era facile trovare un angolino per fare foto e, soprattutto, cogliere l’attimo per immortalare salti e colpi di coda.

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Gli avvistamenti son proseguiti per tutto il tempo della navigazione, son stati soldi decisamente ben spesi.
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Anche partecipare alla nuotata coi delfini non deve essere male… ma sarà per la prossima volta. Nota divertente (perlomeno per me… forse mi accontento di poco?): delfini in Portoghese si dice Golfinhos.
Dopo un pranzo veloce in una Ponta Delgada quasi deserta, forse perché domenica, forse per il cielo grigio, ci siamo diretti oltre Lagoa e abbiamo raggiunto il lago di Congro, meno noto di altri laghi dell’isola, ma di cui ci aveva parlato la guida alla grotta. Dopo un pezzo di sterrato assolutamente percorribile abbiamo parcheggiato e con una camminata di 20 minuti abbiamo raggiunto il laghetto, nascosto da una fittissima vegetazione.
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Abbiamo passato poi il resto della giornata a vagare per improbabili stradine dell’entroterra, sino a raggiungere Lombadas, una valle selvaggia dove si trovano delle sorgenti di acqua frizzante. Devo dire però che il posto non ci ha entusiasmato e la strada per raggiungerlo è anche abbastanza stretta e non particolarmente bella. Infine tappa a Caldeiras, dove era presente, come fa intendere il nome stesso, una pozza sulfurea.

4 luglio: Furnas e costa sud-orientale
Proseguendo sulla strada che costeggia la costa meridionale, superata Vila Franca do Campo, si raggiunge dopo un po’ la località di Furnas, nota per il suo lago ma, soprattutto, perché è un’area vulcanica molto attiva, con sorgenti termali, geyser, pozze di acqua ribollente… e il caratteristico tanfo di zolfo! Qui, nei pressi del lago, preparano il Cocido: in pratica la carne viene cotta (per diverse ore) in alcune buche nel terreno. La guida alla grotta ci ha detto che finché Furnas ribolle, tutto bene… quando smetterà di ribollire, ci sarà invece da preoccuparsi!

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A Furnas ci sono anche diversi giardini botanici, noi abbiamo visitato il più famoso: Terra Nostra. L’ingresso costa 5 euro e il parco è molto grande, con vegetazione parecchio lussureggiante… anche se la sensazione è che in alcune zone sia un po’ lasciato abbandonato a se stesso, poco curato, ed è un vero peccato.
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All’interno del parco sorge una piscina alimentata da acqua termale: il suo colore (arancione) non è per nulla invitante, ma la curiosità è troppo forte per non farsi un bagno. Ovviamente consiglio di utilizzare un costume vecchio (il mio è finito nella pattumiera pochi minuti dopo); per la cronaca vi sono spogliatoi e docce.
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Abbiamo poi proseguito lunga la strada meridionale, passando per i vari paesi (Povoaçao, Faial da terra…) sino ad arrivare all’estrema punta sud-orientale.
I paesini son nulla di che, ma si attraversano delle zone molto verdi, con le solite ortensie meravigliose a fare da cornice.
Per il ritorno abbiamo seguito poi una strada alternativa e, arrivati a Furnas, abbiamo attraversato l’isola passando dal Passo del Salto do Cavalo, gustandoci così la vista del lago di Furnas dall’alto.
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5 luglio: costa nord-orientale e Nordeste; Vila Franca do Campo
Ci siamo spinti sino a Nordeste, paese che, come dice il nome stesso, si trova sull’estrema punta nord-orientale dell’isola. Un tempo era più comodo raggiungere Nordeste via mare anziché via terra, ora la strada è invece abbastanza comoda, sebbene sempre un po’ lunga… forse tra qualche anno sarà ancora più semplice, visto che stanno costruendo una superstrada. Comunque val la pena prendersela comoda e fermarsi qua e là a rimirare il paesaggio: per esempio nei pressi di Achada c’è una bellissima cascata.

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Superata Nordeste abbiamo preso la deviazione per Serra da Tronqueira, un’area protetta nota anche come la riserva naturale del Priolo (un uccelletto tipico delle Azzorre). Fatti due passi nel parco naturale, che non è nulla di particolare (simpatiche però le ranocchiette che saltellano sulla ricostruzione di São Miguel, nel laghetto) abbiamo ripreso la strada principale e siamo scesi verso sud. Guardando la cartina abbiamo visto una strada che scorre parallela a quella costiera, ma internamente, e pensavamo di tornare a Nordeste da quella, ma tre cose ci hanno fatto desistere: la pendenza di questa strada, il fatto che fosse sterrata ma, soprattutto, il cartello di divieto di accesso (probabilmente è percorribile solo nell’altra direzione). Pazienza, anziché tornare a Nordeste abbiamo deciso di fare la strada costiera meridionale, ripassando così da Furnas e dai paesi che avevamo visto nella giornata precedente. Abbiamo fatto però una deviazione verso Ribeira Quente, villaggio sul mare un po’ isolato che non avevamo ancora visitato. Da quello che avevo letto in giro sinceramente mi aspettavo qualcosa di meglio, ma ne abbiamo approfittato per berci un caffè e fare due passi (sotto il sole: era stato nuvoloso tutto il giorno, proprio mentre facevamo la strada in salita doveva rasserenare??).
Altra sosta a Vila Franca do Campo, dove in particolare abbiamo preso informazioni, alla marina, su come raggiungere l’isolotto Ilheu da Vila: è un’isola che ha avuto origine da un’eruzione vulcanica e che presenta un cratere quasi perfettamente circolare (nelle foto aeree si vede benissimo!) “bucato” su un lato, nel quale entra l’acqua dell’oceano.
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6 luglio: Pico do Carvao e costa nord-occidentale
Il tempo non era dei migliori, anzi diciamo che il cielo era abbastanza minaccioso, ma mi ero messa in testa che avremmo fatto una camminata al Pico do Carvao, e il cielo cupo non è bastato a farmi cambiare idea. L’escursione che volevamo fare è quella definita Serra Devassa, che attraversa una zona dell’isola brulicante di laghetti vulcanici, non lontano dalla famosa Vista do Rei. A questo proposito, per chi fosse interessato alle escursioni, consiglio il seguente sito: http://www.trails-azores.com/index.php?ilha=sãomiguel
Scesi dalla macchina, subito ci ha accolto un vento gelido. Malgrado felpa e k-way, faceva davvero freddo ( e i pantaloncini non aiutavano) dentro di me mi domandavo chi me l’avesse fatto fare, ma cocciuti come muli non siamo tornati indietro. Fortunatamente dopo aver scollinato il vento si è fatto meno fastidioso e da lì la camminata è stata più piacevole.

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Escursione gradevole, ma consiglio vivamente di farla in una giornata soleggiata, sia per il clima, sia perché con il cielo grigio il paesaggio un po’ perde.
Ci siamo poi infilati in macchina in una stradina laterale (con cancello all’ingresso, ma aperto) dove abbiamo poi raggiunto a piedi un altro punto panoramico da cui si apriva uno spettacolo veramente meritevole sul lago Azul e il lago de Santiago: meraviglia, malgrado il cielo nuvoloso.
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Ci siamo poi incamminati per un altro sentiero che portava ad una sorgente, ma non l’abbiamo raggiunta (non c’erano indicazioni di tempistiche ed eravamo un po’ stanchi di camminare)… in compenso abbiamo approfittato delle panchine nella radura per mangiare i nostri panini, circondati da un gruppo di uccelletti.
Essendo ancora presto abbiamo deciso di farci un giro sulla costa nord-occidentale, da cui eravamo già passati il primo giorno, ma spingendoci stavolta sino Riberira Grande, visto che l’altra volta avevamo saltato la tratta tra Capelas e Ribeira Grande. Ecco, diciamo che se anche non l’avessimo vista, non sarebbe stato un grosso problema: è una delle zone dell’isola che mi è piaciuta di meno; anche i villaggi che abbiamo attraversato erano abbastanza tristi e desolati, in particolare Rabo de Peixe. In compenso tra Rabo de Peixe e Riberira Grande c’è una spiaggia spaziosa, forse l’unica vera spiaggia dell’isola. Non mi sarebbe spiaciuto fare un bagno ma l’oceano era davvero mosso, infatti in acqua c’era solo qualche surfista.
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Nel frattempo era tornato il sole: ma non poteva esserci la mattina??

7 luglio: Ilheu da Vila
L’ultimo giorno di vacanza è stato dedicato al relax e raggiunta Vila Franca do Campo abbiamo preso la barca per andare all’Ilheu da Vila. Il biglietto costa 4.50 € A/R (di cui 1 euro è devoluto alla manutenzione e cura della riserva naturale) e c’è una barca ogni ora che collega con l’isola (noi abbiamo preso quella delle 11 e siamo rientrati con quella delle 14). Il tragitto dura pochi minuti.
L’isola è riserva naturale e ci sono delle zone non accessibili; non vi sono ombrelloni né lettini (d’altronde a ben vedere non vi è neanche una spiaggia, ma ci si sistema sulle rocce) ma è monitorata da due bagnini e vi sono dei wc.

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Dopo un breve giro di ricognizione ci siamo dedicati allo snorkeling, ma non è stata un’attività di lunga durata: l’acqua era troppo troppo troppo fredda! E vi assicuro che io non sono freddolosa, ma si faceva davvero fatica a resistere. E pensare che vedendo l’acqua così bassa me l’aspettavo non dico calda, ma perlomeno gradevole… Peccato, perché si vedevano parecchi pesci.
Abbiamo ripreso allora l’esplorazione via terra e abbiamo trovato una zona dove vi erano tantissimi granchi.
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Il pomeriggio è stato tristemente dedicato alla preparazione dei bagagli, cercando di fare il pieno di natura guardando ogni tanto fuori dalla veranda.
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8 luglio: São Miguel-Lisbona-Milano
Il rientro è stato lungo e noioso: sveglia all’alba, aereo per Lisbona alla h 8.30 (un Boston-Lisbona che faceva scalo a Ponta Delgada), attesa del volo per Milano alle h 14.50… che è partito con tre ore di ritardo per cause non ben precisate (le ultime notizie davano grandine a Malpensa e aeroporto chiuso di conseguenza…). Insomma alla fine siamo stati in ballo 14 ore: l’anno prossimo direi che viste queste tempistiche andiamo direttamente agli antipodi!
In tutte quelle ore ho però avuto modo di ripensare alla vacanza e a quanto mi sia piaciuta São Miguel e a quanto desideri già vedere le altre Azzorre, in particolare la piccola Flores, che deve essere uno spettacolo tra fiori e cascate!
In particolare ripensavo a quando il giorno prima, tornando dall’Ilheu da Vila, la barca ha fatto una deviazione e anziché portarci subito a riva si è diretta verso mare aperto, in seguito ad un avvistamento di delfini segnalato dall’isola; raggiunto il branco dei delfini, questi son spariti sott’acqua, ma poco dopo uno di loro è ricomparso e ha iniziato a saltare di fianco a noi: l’ultimo commovente ed emozionante ricordo che ci hanno voluto lasciare São Miguel e le Azzorre…

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